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Il gruppo dei seminaristi di Ventotene 2015

di Eleonora Vasques*

Venerdì 4 settembre si è concluso il seminario nazionale sul federalismo europeo nell'isola di Ventotene, ormai patria dell'ideale federalista da più di 72 anni.
Ottanta ragazzi, sette sessioni di seminario e tanto lavoro.
Parallelamente al seminario nazionale si è svolto quello internazionale di cui meglio ci parlerà Simone Cuozzo nell'articolo che seguirà.

Particolarmente intenso è stato il lavoro con i ragazzi nei gruppi: è fondamentale dedicare un tempo opportuno ai gruppi di lavoro perché così i ragazzi in un contesto più ristretto e informale riescono a esprimersi più liberamente e, grazie ai capi gruppo, trovano poi il coraggio per esprimere le proprie idee in plenaria.
Infatti come spesso accade, la partecipazione dei ragazzi è stata più assidua verso la fine del seminario dove pian piano si sono adagiati e hanno cominciato ad adottare l'ottica federalista per analizzare i problemi.
All'inizio si sono trovati spaesati: ricorrevano spesso domande, per fare un esempio, su come arrivare concretamente a una carta costituzionale europea e quali erano i passi immediati per raggiungere l'obbiettivo. Molti hanno trovato poco chiaro questo punto: quali sono i passi concreti, tecnici che l'UE deve intraprendere.
Hanno fatto presente che ogni relazione finiva con un "la federazione europea è necessaria" ma poco approfondiva l'aspetto più tecnico, ma il lavoro nei gruppi e le delucidazioni nei dibattiti in plenaria sono serviti proprio a questo: pensare quali passi fare per concludere il processo di integrazione europea e cosa noi giovani europei proponiamo per stabilirlo.
Su questo ogni anno i partecipanti al seminario di Ventotene ragionano: si cerca di andare oltre se stessi, mettersi in discussione e pensare a un mondo nuovo con altre prospettive e categorie.

Nel mio gruppo si è dibattuto spesso su quale metodo adottare: bisogna fare grandi passi o procedere gradualmente con "piccole" cessioni di sovranità costanti nel tempo? Al centro del dibattito infatti si è parlato di priorità, se partire dall'eurozona o invece fare un discorso più ampio e differente per ogni settore diverso di integrazione.
Per fare un altro esempio, molto intenso è stato il giorno in cui si è parlato della riduzione dell'orario di lavoro.
I ragazzi si sono più volte chiesti come si dovrebbero articolare i contratti di lavoro a partita IVA o i contratti dei dipendenti pubblici? Non bisogna allora più pagarli a ore? E le politiche sociali come dovrebbero orientarsi in questo diverso contesto?

Ventotene è un microcosmo dove tutte queste discussioni prendono ossigeno e si creano situazioni in cui è più facile dedicarsi al dibattito senza essere schiacciati dalla vita quotidiana che spesso ci assorda, e rende difficile il pensiero.
Sono almeno centocinquanta i ragazzi che invadono l'isola in quella settimana tra fine agosto e inizio settembre e ne diventano "padroni".
Il mare, le uscite la sera, l'ebrezza e il pensare pulito: un mix esplosivo che regala entusiasmo e passione per i temi che si vogliono affrontare.
Molti seminaristi sono rimasti contenti per come noi militanti ci siamo rapportati con loro: è stato molto bello sentirsi dire che non abbiamo un atteggiamento settario e che siamo inclusivi sia nei contesti formali che informali.
Ventotene insegna proprio questo: la diversità è una ricchezza e la nostra identità può essere solo arricchita se ci si rapporta con persone diverse sia per quanto riguarda la fede politica e sia per quel che attinge al proprio carattere personale.
Ventotene ti dà l'energia per ricominciare l'anno accademico o di lavoro, ti regala nuove conoscenze e nuove prospettive da mettere in pratica durante l'anno.

E così, quando comincia l'autunno e le giornate si accorciano tra una pioggia e l'altra, mentre gli impegni si accumulano e la stanchezza ti opprime, pensi a quella sera di Ventotene dove con tanti ragazzi provenienti da posti diversi sorseggiavi un drink in piena notte con la luna piena e discutevi di come cambiare il mondo per vivere meglio, tutto ciò intervallato da una battuta scherzosa e potenti sguardi d'intesa e complicità.
Così, ripensando a quei momenti si riprende la forza per continuare la giornata stanchi, ma col sorriso e con l'energia e la voglia di realizzare ciò che si è discusso durante le sessioni del seminario e quelle bellissime notti di stelle e luna piena.

Autore
Author: Eleonora Vasques
Bio
Eleonora Vasques è nata a Catania, classe 95. Si è trasferita a Roma con la famiglia poco dopo la nascita. Dopo aver frequentato il Liceo Terenzio Mamiani, indirizzo scientifico Brocca (liceo che ha frequentato anche Altiero Spinelli), si è iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia, dipartimento di Storia, Antropologia e Religioni presso l'università di Roma la Sapienza. E' militante federalista dal 2013 e attualmente ricopre la carica di segretario della sezione di Roma. Tra le sue più grande passioni troviamo il teatro, la musica, il pattinaggio sul ghiaccio e i treni.