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Europa in Movimento

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Mondo

La plenaria della COP 24

La COP 24 per il contrasto ai Cambiamenti Climatici (3-14 dicembre 2018) – che si è tenuta, in Polonia, a Katawice - ha coinvolto 200 Paesi con l’obiettivo di dare efficace attuazione allo storico Accordo sul Clima di Parigi (COP 21). La mobilitazione europea e globale sul clima (con rilevanti segnali anche da parte del mondo economico, accademico e della cultura) - che l'hanno preceduta ed accompagnata - sono stati incomparabilmente maggiori rispetto ai numeri mobilitati dai “gilets jaunes” francesi che, contrari (tra l'altro) alla tassazione dei combustibili fossili, hanno messo in secondo piano la necessaria lotta ai cambiamenti climatici, anche se questi comporteranno enormi costi quando i danni diventeranno irreparabili (entro 12 anni secondo l’Onu): in termini di picchi estremi di caldo, forti precipitazioni in alcuni periodi dell’anno, siccità e carenza di precipitazioni in alcune regioni, innalzamento medio globale del mare, profughi climatici, impatti sulla biodiversità, sulla salute e sicurezza umana, e sulla crescita economica.

Effetti del cambiamento climatico

Che cosa ci siamo dimenticati? Chiedeva Urbi et orbi, a Roma e al mondo, the Young Pope di Sorrentino. Ci siamo dimenticati i cambiamenti climatici e la conversione ecologica.
I cambiamenti climatici provocati dai combustibili fossili colpiscono tutto il pianeta. Ma devastano di più i paesi fragili ed esposti, quelli da cui proviene la maggioranza dei profughi e dei migranti odierni, per lo più sfuggendo a guerre e conflitti innescati da una riduzione delle fonti di sopravvivenza e dall’appropriazione da parte di alcuni, o di pochissimi, delle terre e delle risorse ancora disponibili. Sono guerre e conflitti in gran parte alimentati anche da diversi Governi dell’Occidente e non, che hanno trasformato in rapina economica e degrado ambientale il controllo diretto che esercitavano quando quei paesi erano ancora le loro colonie.

Soldati nigeriani impegnati in una esercitazione

«Rompiamo il silenzio sull’Africa.
Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il rv grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale.

La Malbaie, 08/06/2018 - La foto di famiglia dei Leader G7. Licenza CC-BY-NC-SA

PREMESSA

Come il G20, il G7 e il G8 non sono organi di alcuna istituzione internazionale ma semplici tavoli, cioè, gruppi e Fori di discussione.: ”Il fatto è che - notava bene Tommaso Padoa Schioppa - negli ultimi decenni, una certa idea cosmopolita della cooperazione internazionale, emersa dalle macerie di due guerre mondiali, è stata sempre più sostituita da una falsa e perniciosa dottrina che si può chiamare della ”casa in ordine”; tenere in ordine la casa nazionale è la condizione necessaria e sufficiente perché ci sia ordine internazionale. Questa teoria ha ri-nazionalizzato la cooperazione internazionale, esaltandone il carattere inter-governartivo”. Inoltre, il più delle volte, chi segue i lavori UE non segue i lavori dei G20 e G7.

Scritta Diritti Umani

Da più di trenta anni, l'ITUC-CSI (Confederazione sindacale internazionale) garantisce un vero e proprio monitoraggio del rispetto dei diritti dei lavoratori nel mondo, raccogliendo dati sulle loro violazioni.
Per il quarto anno successivo - nel 2017 - ha presentato i suoi risultati sotto forma di Indice dei diritti nel mondo, evidenziando che leggi nazionali e prassi si sono deteriorate, migliorando un po' solo nel corso degli ultimi 21 mesi.

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