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Europa in Movimento

| Verso un'Europa federale e solidale

Alcuni striscioni del Movimento Federalista Europeo alla Marcia Perugia Assisi del 2001

Verranno da oltre 400 città e parteciperanno alla Marcia della pace e della fraternità: sono le ragazze e ragazzi, bambini e bambine, giovani, studenti, famiglie, cittadini e rappresentanti di gruppi, associazioni, organizzazioni, scuole, Comuni, Province, Regioni e altre istituzioni che marceranno nuovamente lungo il percorso che collega Perugia ad Assisi. 

Migliaia di striscioni, cartelli e bandiere attraverseranno i 25 chilometri che portano alla Rocca di Assisi. Tra le bandiere vedremo sventolare anche quelle europee con le dodici stelle e quelle storiche con la E verde portate dai giovani federalisti europei, presenti alla Marcia per ricordarci la necessità di trasformare l’attuale Unione europea in "una Comunità democratica e solidale secondo il modello federale indicato dai confinati antifascisti Spinelli, Rossi e Colorni nel Manifesto di Ventotene del 1941".

Sul progetto europeo i movimenti per la pace hanno avviato una approfondita riflessione e avanzato proposte di rilancio che sono state presentate dalla Rete della pace in occasione della conferenza stampa di presentazione della Marcia Perugia Assisi. La Rete della pace ha illustrato una piattaforma con le ragioni e le proposte per costruire le alternative alle guerre, ai muri ed alla violenza. Essa include le seguenti 14 schede riguardanti: Siria, difesa civile non armata e non violenta, diritti umani, disarmo, Libia, Sahara occidentale, Palestina, corpi e interventi civili di pace, i movimenti per la pace e l'Europa, intreccio tra petrolio, energia e clima, guerre in Africa, conflitti e migrazioni, Iraq, educazione alla pace e ai diritti umani.

Di seguito riportiamo la scheda, proposta dal Movimento europeo italiano, su "i movimenti per la pace e l'Europa". Tra le proposte in essa contenute segnaliamo quella di "rilanciare il dibattito sulla riforma delle Nazioni Unite sostenendo in particolare l’iniziativa per un’assemblea parlamentare delle Nazioni Unite (UNPA)" e l'invito ad avviare "un’ampia mobilitazione popolare a livello europeo anche in vista del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma e a partecipare alla manifestazione per un’Europa democratica, solidale e federale che avrà luogo a Roma il 25 marzo 2017".

 

I MOVIMENTI PER LA PACE E L’EUROPA

Il progetto europeo come fu pensato dai suoi costituenti sta vivendo una profonda crisi con il rischio di nuove rotture, divisioni e ritorni al passato. Il processo di allargamento delle funzioni politiche, economiche e amministrative alle istituzioni europee da parte degli stati membri è paralizzato e l’Unione Europea è sempre più percepita dai suoi cittadini come un grande apparato burocratico e tecnocratico, pronto a porre limiti e freni alle politiche nazionali, mentre il suo sistema di decisione è invece fortemente condizionato dalla logica intergovernativa al cui interno prevalgono gli interessi dei paesi più forti. Le inchieste non fanno altro che segnalare i livelli di sfiducia crescente nelle istituzioni europee e la voglia di ritornare alle monete e nei confini nazionali. La politica di austerità ha esasperato la distanza tra le economie forti e quelle più deboli, impedendo a queste ultime di recuperare occupazione e consumi, imponendo tagli alla spesa pubblica, tagli ai diritti economici e sociali. Una politica sanzionatoria e repressiva a difesa di alcuni stati e priva della logica virtuosa della solidarietà indispensabile per uscire insieme dalla crisi. La stessa logica ha prevalso nella gestione della più grande emergenza umanitaria che l’Europa ha dovuto affrontare dalla sua nascita ad oggi, data dal flusso migratorio di uomini e donne che fuggono dai paesi dell’Africa Subsahariana, dai paesi del Nord Africa e dal Medio Oriente, a causa di guerre, povertà, repressione, disastri ambientali che, in modi più o meno diretti, si collegano alle nostre economie o hanno radici nelle ripartizioni e processi di decolonizzazione del secolo scorso. Assenza di solidarietà e di preparazione a gestire un’emergenza ed un flusso migratorio che in termini di numeri e di percentuali sarebbe invece alla portata dell’Unione europea, per ricchezza e per popolazione.

Prevalgono, invece, gli allarmismi e la costruzione di uno scenario apocalittico, l’invasione dello straniero cui si reagisce con la protezione e il respingimento. Italia e Grecia non trovano la solidarietà degli altri stati membri. Si chiudono le frontiere e si stipulano accordi con Turchia per trattenere chi fugge dalla Siria e dall’Oriente. Si offrono aiuti agli stati africani in cambio della chiusura delle loro frontiere. Questo modello di Europa non avrà pace e non avrà futuro. Noi crediamo nell’Europa e nel progetto dei suoi costituenti, nel superamento dei confini e dei muri, e per questo ci dobbiamo impegnare per il rilancio del progetto politico europeo, contro l’ondata xenofoba e di chiusura che sta attraversando i nostri paesi. Per questo intendiamo proporre alle istituzioni e alla politica europee le seguenti azioni:

l. rilanciare il dibattito sulla riforma delle Nazioni Unite sostenendo in particolare l’iniziativa per un’assemblea parlamentare delle Nazioni Unite (UNPA) e la creazione di un organismo sovranazionale per il monitoraggio e l’attuazione degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e delle decisioni adottate a Parigi nel COP21. Chiediamo in particolare al governo italiano, come membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di presentare un piano di riforma dell’ONU al prossimo Segretario Generale.

m. promuovere azioni europee per una posizione comune a sostegno di un graduale disarmo internazionale. Tale azione dovrà inizialmente concentrarsi su regole europee comuni in materia di controllo nella produzione e vendita delle armi convenzionali eventualmente sotto forma di una cooperazione strutturata permanente.

n. rendere contestualmente l’Europa una “Zona libera da armi nucleari” anche come traino per rendere il Medioriente (come già ipotizzato da accordi internazionali) anch’esso una regione mondiale liberata da queste armi di distruzione di massa

o. aprire un dibattito sul superamento progressivo del Trattato dell’Alleanza del Nord Atlantico (NATO) nella prospettiva di un’organizzazione del mondo in aree di integrazione regionale allo scopo di garantire la cooperazione, la distensione e la pace. L’Europa può e deve essere un modello in tal senso, sia per quanto riguarda la propria struttura istituzionale interna sia per le possibili azioni verso altre regioni del mondo

p. promuovere una politica estera e di vicinato volta a costruire una regione Mediterranea di pace, di democrazia, di convivenza, di cooperazione e di libera circolazione delle persone, applicando politiche e accordi coerenti con la nostra Carta Europea dei Diritti Umani e con la Carta Sociale europea, investendo risorse e generando opportunità di un nuovo modello di sviluppo per l'intera regione mediterranea

q. sostenere una politica di immigrazione e d’asilo che elimini la distinzione fra persone che fuggono dalle guerre e persone che fuggono dalla fame e dai disastri ambientali. Chiedere in questo spirito la revisione della Convenzione delle Nazioni Unite del 1951

r. rilanciare con forza, in vista del G7 e del G20 sotto presidenza europea nel 2017 (Italia: G7 – Germania: G20), l’elenco delle sfide di cooperazione internazionale che non hanno avuto ancora risposte adeguate: dalla tragedia della fame che può trovare una soluzione sapendo che il problema non è la scarsità del cibo ma la volontà e la capacità di distribuirlo equamente, all’educazione, alla qualità dell’ambiente considerando l’ambiente come volano per lo sviluppo, alla promozione degli investimenti sociali di lunga durata, al commercio equo, alla lotta per i diritti fondamentali, al lavoro dignitoso, al ruolo della donna, per ripensare la cooperazione fra l’Europa ed il continente africano e il sud del mondo assicurando l’avvio di un nuovo modello di sviluppo

s. accelerare la creazione di un Corpo Volontario Europeo come previsto dall’art. 214 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, e prevedere che svolga anche interventi civili di pace in zone di conflitto, coerentemente con le linee guida dell’OCSE secondo cui talune azioni di peace-building e disarmo rientrano nei criteri degli Aiuti allo Sviluppo. In tal caso il Corpo Volontario Europeo diverrebbe il primo nucleo di un sistema europeo diffuso di Difesa Civile

t. trasformare il Servizio Volontario Europeo in un Servizio Civile Europeo in sinergia e coordinamento con i servizi civili nazionali e porre le basi per un reddito europeo di cittadinanza

u. adottare una Politica Estera comune dell’Europa che rafforzi la componente civile della Politica di Sicurezza e Difesa comune, e costruisca in un’ottica di disarmo graduale il percorso verso l’unificazione dello strumento militare dell’Unione. Una scelta che potrebbe liberare fin da subito miliardi di euro con i quali rilanciare non solo l’economia ma anche la gestione civile delle crisi e la salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini europei, con un approccio nonviolento al tema della difesa e della sicurezza

v. creare uno spazio pubblico europeo di dialogo e dibattito sul futuro dell’Unione con l’obiettivo di trasformare l’attuale sistema in un Comunità democratica e solidale secondo il modello federale indicato dai confinati antifascisti Spinelli, Rossi e Colorni nel Manifesto di Ventotene del 1941

Per realizzare questi obiettivi, decidiamo di contribuire all’avvio di un’ampia mobilitazione popolare a livello europeo anche in vista del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma e siamo pronti a partecipare alla manifestazione per un’Europa democratica, solidale e federale che avrà luogo a Roma il 25 marzo 2017.

 

-- note --

Foto dell'articolo: dall'archivio del Movimento Federalista europeo http://www.mfe2.it/archivio/newglobal/mfp/index.htm

Sito della Rete della pace: www.retedellapace.it

Sito della Tavola della pace: www.perlapace.it

Annuario della pace 2004. Capitolo: Europa: una costituzione senza pace

 

Autore
Nicola Vallinoto
Author: Nicola Vallinoto
Bio
Informatico, federalista ed altermondialista. Ha curato con Simone Vannuccini il volume collettivo “Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo” edito da ombre corte nel 2010. Ha ideato e promosso l'International Democracy Watch con Lucio Levi e Giovanni Finizio con i quali ha pubblicato il primo rapporto "The democratization of international organizations. First international democracy report", Routledge, 2014. Ha pubblicato "Le parole di Porto Alegre" ed "Europa anno zero", Frili Editori 2002.
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