L'Europa al bivio: disgregazione o rilancio del progetto europeo
- Scritto da Silvana Paruolo
Visto che sull'Europa ho finora scritto tre libri (due di 500 e 550 pagine, l'altro – scritto nel 1989 per la Cgil – più corto) sarò qui breve nell'esprimere alcune riflessioni, ispiratemi da Altiero Spinelli - antifascista, grande europeista e federalista, che ci ha lasciato 30 anni fa, dopo una vita intera dedicata alla libertà e all'impegno.
Il mondo cambia (ho tentato di mostrarlo, in particolare, anche nella mia Introduzione all'Unione europea Oltre la sfida del 2014). Basti qui pensare all'Agenda digitale - e alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale (v. Industria 4.0, Internet of Things, Digital fabrication, e tutti i nuovi tipi di lavoro, che ne deriveranno a condizione di una formazione adeguata, ecc.) - o alle innovazioni insite in un'economia verde e sostenibile, o ancora ai cosiddetti Paesi emergenti (tra l'altro, con tradizioni di diritti, e diritti umani, tra loro diversi) alla globalizzazione, alle vere cause dei troppi conflitti in essere e alle loro conseguenze, ecc. ecc..
In questo mondo che cambia – per essere all'altezza delle sfide, e anche per poter salvaguardare i veri valori europei (tornando ai valori dei padri fondatori) – di certo servirebbe più Europa ( e non meno Europa). Ma, in realtà, oggi, siamo dinanzi a un bivio:
"Solo chi non vuol rischiare di perdere è certo di non vincere". A 30 anni dalla scomparsa di Spinelli
- Scritto da Mario Leone
Il 21 maggio 2006, proprio come oggi (21 maggio 2016 per chi legge n.d.r.), su questa “nostra” isola di Ventotene, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano focalizzò l’attenzione sulla necessità storica di tornare al pensiero di Altiero Spinelli, in occasione del XX anniversario della scomparsa, ammonendo le forze sociali, il mondo della cultura, delle istituzioni regionali e locali, dei movimenti associativi, rispetto alle sue idee e alla sua battaglia politica; e ritenne giusto, e qui lo confermiamo ancora, sottolineare che l’azione di Spinelli è il “lascito più ricco su cui possano contare, per formarsi moralmente e per operare guardando al futuro, le nostre generazioni più giovani”. Quelle generazioni che – aggiunse il presidente emerito -, “il cui sentire europeo si è fatto naturale e profondo”, e che nell’avanguardia della Gioventù Federalista Europea, trova la “molla più forte”.
Austria: l'elezione di Van Der Bellen un segnale positivo per l'Europa
- Scritto da Pier-Virgilio Dastoli
Gli Austriaci hanno scelto il presidente federale in una elezione di cui il Movimento europeo, riunendosi a Ventotene il 22 Maggio, aveva sottolineato il significato europeo.
L'elezione dell'europeo e europeista Van der Bellen è un segnale positivo di cui valuteremo nelle prossime settimane il significato politico e culturale così come valuteremo il significato dei 3.200.000 voti espressi a favore di Hofer.
L'Europa tra il passato e il futuro
- Scritto da Redazione
*di Ottavio Lavaggi
A trent’anni dalla scomparsa di Altiero Spinelli, la crisi, ora manifesta, del processo d’integrazione europea, permette di apprezzare la piena validità della battaglia federalista da lui ingaggiata nel primo Parlamento Europeo eletto a suffragiouniversaledirettonel1979’84, e l’immane costo della sconfitta allora subita.
L'Europa deve ritrovare lo spirito spinelliano
- Scritto da Redazione
* di Rocco Cangelosi
Relegato a Ventotene, mentre la guerra era ancora in pieno svolgimento, isolato perfino dai compagni di detenzione per aver abbandonato il partito comunista, Altiero Spinelli rifletteva sull'Europa verso la catastrofe mettendo sotto accusa il concetto stesso di Stato Nazionale,colpevole di basare la sua azione sui principi della sovranità assoluta,incurante dei diritti dell'uomo e del cittadino. Sul feticcio della sovranità' in effetti i movimenti politici degli anni venti avevano edificato in molti paesi europei lo Stato totalitario. Spinelli ritiene quindi che vada profondamente ripensato lo Stato nazionale,occorre superare la sovranità nei rapporti internazionali e proporre la nascita di un partito transnazionale che conduca una rivoluzione federale,unica panacea per salvare l'Europa da ulteriori catastrofi. Alla concezione marxista del partito rivoluzionario, un mito nel quale Spinelli crede per la sua formazione,si sostituirà quella di un movimento popolare transnazionale inteso a orientare governi e opinione pubblica verso una costituente europea. Spinelli vedrà il fallimento dei primi due tentativi federalisti nel 1954, con la caduta della CED e nel 1985 del progetto di Trattato da lui proposto,risoltosi nella prima grande riforma dell'Atto Unico.