Italia
- Scritto da Francesca Lacaita e Roberto Musacchio
Che questa riforma costituzionale intenda “costituzionalizzare” politiche e pratiche favorevoli alle imprese è noto. Sappiamo del peso che ha sulla politica italiana la banca d’affari americana JP Morgan, e siamo consapevoli della rispondenza della riforma costituzionale alle indicazioni del famoso rapporto della medesima banca datato 2013, quello che deplorava nelle Costituzioni dei paesi dell’Europa meridionale sorte sulle ceneri dei fascismi «una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che le sinistre conquistarono dopo la sconfitta del fascismo», e nei loro sistemi politici «le seguenti caratteristiche: governi deboli; stati centrali deboli rispetto alle regioni; tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori; costruzione del consenso fondata sul clientelismo politico; e il diritto di protestare se cambiamenti sgraditi arrivano a turbare lo status quo».
Si vuole cioè giungere a un sistema in cui i desiderata dei padroni dell’economia – sempre meno graditi alle opinioni pubbliche dei vari paesi, ma che formano ormai un paradigma di ideologie, di politiche e di interessi da cui i ceti politici governativi non riescono a staccarsi – vengano recepiti rapidamente, minimizzando, neutralizzando e marginalizzando gli eventuali dissensi, e senza gli impacci di tutele costituzionali.
- Scritto da Alberto Castelli
Su “Il Manifesto” del 5 luglio scorso, Stefano Fassina ha pubblicato un articolo intitolato Sinistra italiana, per tornare in campo rottamare Renzi non basta. Appunti per la fase costituente. Periferie,sovranità nazionale, centralità della persona e senso del limite. Come si comprende dal sottotitolo, l’autore intende indicare un’agenda della sinistra alternativa al PD di Renzi.
- Scritto da Nicola Vallinoto
Sabato 21 e domenica 22 maggio, le celebrazioni ventotenesi per il trentennale della morte di Altiero Spinelli – autore insieme con Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann - del manifesto «Per un’Europa libera e unita», saranno accompagnate dalla messa in scena dello spettacolo “ventOtene” a cura della compagnia teatrale Alibi. Per l'occasione Europa in movimento intervista Walter Prete autore dello spettacolo teatrale.
ventOtene è un racconto all’incrocio tra la Storia con la esse maiuscola e le storie di amicizia, di lotta politica e d’amore di un gruppo di giovani antifascisti italiani che al confino, mentre la guerra brucia l’Europa, danno alla luce il Manifesto di Ventotene, il documento che a più di settant’anni dalla pubblicazione è guardato ancora come l’atto di nascita del processo di integrazione europea.
- Scritto da Fabio Raspadori
Sabato scorso, nelle ovattate sale del teatro Morlacchi, una ventina di “utopisti realisti” ha dato vita alla prima sezione perugina del Movimento federalista europeo (MFE). In Umbria esiste già un gruppo del MFE ad Orvieto; ma la nascita della nuova sezione nel capoluogo segna un importante passo per il federalismo europeo nella regione.
Federalismo? si chiederanno i lettori più scaltri (e chi non lo è oggi). Quale capacità di incidere sulla realtà potrà mai avere un movimento come questo, che si propone di creare una federazione attraverso il rafforzamento delle istituzioni di Bruxelles? In una fase storica come l’attuale poi, contraddistinta dal germinare di aneliti e partiti politici che chiedono tutt’altro: più identità nazionale, niente stranieri e meno Unione europea.
- Scritto da Paolo Ciofi
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Le scoperte di Scalfari - è cosa nota - hanno sempre una caratteristica tipicamente scalfariana: devono comunque fare colpo. In altre parole, o sono epocali o non sono. Anche di recente il padre fondatore della libera stampa, cioè di Repubblica, l’ha fatta grossa. Ha scoperto, niente po’ po’ di meno, che Renzi avrebbe impugnato «la bandiera europea di Spinelli». Roba da fare invidia a Cristoforo Colombo, ma di cui il combattente per l’«Europa libera e unita» certamente non sarebbe orgoglioso.